Cresce il popolo del bisturi
Dai personaggi della tv alla gente comune. La top ten degli interventi alle donne. Tra gli uomini, i capelli i più richiesti.
MILANO – L’ultima a fare outing è stata la Marcuzzi. La ex Iena, da giovedì prossimo conduttrice del Grande Fratello, ha ammesso nell’ultimo numero di Vanity Fair di essersi fatta ridurre il seno: «Avevo una quinta-sesta che, con la gravidanza, era diventata una nona. L’ho ridotto tre anni fa, non l’ho mai detto a nessuno. Ma adesso mi sta ricrescendo» ha confessato. Cose che capitano in presenza di un seno ghiandolare, spiegano gli addetti ai lavori. E proprio da loro arriva la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che il popolo del bisturi continua a crescere, anche se più lentamente rispetto a qualche anno fa. Gli italiani che si sono fatti ritoccare dal chirurgo per sembrare più giovani e belli sono passati dai 151mila del 2003 ai 180mila del 2005, snocciola Maurizio Priori, presidente della Società italiana di medicina e chirurgia estetica (il Sies). Un avanzamento del 16 per cento negli ultimi due anni, cifra che segna un rallentamento rispetto all’incremento del 40% registrato tra il 2001 e il 2003. «I dati si riferiscono agli interventi di chirurgia plastica condotti in ambulatori e cliniche private, ma sono la stragrande maggioranza: soltanto il 10-15% di questi avvengono in ospedale».
TOP TEN DEGLI INTERVENTI ALLE DONNE – Otto operazioni su dieci riguardano donne. In testa alla classifica degli interventi femminili ci sono quelli finalizzati a rimuovere la cellulite («sono oltre la metà» spiega Priori, equamente distribuiti tra Nord e Sud Italia). Al secondo posto il rimodellamento del seno (25%). In questo caso però c’è un divario geografico: il 70% di questo tipo di ritocchi si concentra infatti al Centro-Nord. Il restante 25% degli interventi comprende lifting, rinoplastica (per aver nasi impeccabili), blefaroplastica (per dire addio alle palpebre pesanti), otoplastica (soprattutto per correggere le orecchie a sventola).
IL PIU’ GETTONATO TRA GLI UOMINI – Nessuna sorpresa anche tra gli uomini. Il cruccio che spinge i maschietti italiani a ricorrere al bisturi sono i capelli (che non ci sono): dai pionieri come Mike Bongiorno, Pippo Baudo e Lucio Dalla fino a Silvio Berlusconi. Tant’è che la chirurgia maschile vede come prima richiesta l’autotrapianto dei capelli (50-60%). Al secondo posto, con il 20%, la liposcultura (che in 8-9 casi su 10 significa via la pancia e le maniglie dell’amore, ma c’è anche qualcuno che si fa togliere il doppiomento). Seguono la rinoplastica (15%), blefaroplastica e il lifting (3%).
NEL MONDO – Il Paese dove ci sono più interventi al mondo è il Brasile: «Hanno un antico culto dell’estetica e poi molti europei e americani vanno a farsi operare lì perché costa meno», ricorda Priori. Seguono poi a pari merito Italia e Francia, mentre in Gran Bretagna e Germania la chirurgia estetica inizia a diffondersi soltanto adesso.
(Fonte Società italiana di medicina e chirurgia estetica)